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| Ecco un altro capitolo piu lunghetto del primo spero che siate contenti, questa volta ci ho messo dentro anche le senzazione dela protagonista, spero che vi piaccia e COMMENTATE!!!!!!!!
Capitolo 2 Avvertimenti Richiusi il foglio e lo posai sulla cassettiera, rimasi a fissare per qualche minuto l’immagine che lo specchio rifletteva, dovevo dire che ero proprio carina, certo ci stava di meglio ma non mi potevo lamentare: capelli lunghi neri, occhi blu oltremare, labbra non eccessivamente carnose e pelle bianca come l’avorio, è già quella forse l’unica pecca, decisamente troppo bianca, mi alzai in piedi per vedermi riflessa completamente allo specchio, avevo mantenuto la stessa conformazione fisica magra senza pancia e quella dannata terza di seno , che odiavo, storsi la bocca e mi girai verso l’armadio iniziando a frugare tra i vestiti. < vorrei tanto sapere che fine hanno fatto i miei vestiti da lolita> borbottai quasi completamente dentro l’armadio <eccoli !! > strillai contenta quando trovai una scatola colorata, con sopra una targhetta con scritto “ vestiti speciali”, la trascinai fuori dall’armadio e l’aprii frettolosamente iniziando a tirare fuori i vari vestiti, erano la mia passione, li usavo quando dovevo falcare le anime, mi facevano cosi carina, gli unici vestiti che con una pelle come la mia stavano bene, Irius mi diceva sempre che ero una bambolina quando li indossavo. Feci un sospiro al ricordo della mia amica, misi un paio di vestiti sulle stampelle e li infilai nell’armadio, per poi dirigermi in cucina. < vediamo che cosa ci sta da mangiare> appena aprii il frigorifero la desolazione regnava sovrana, a quanto pare non avevano pensato che, forse per seguire la dieta avrei avuto bisogno della materia prima, feci un sospiro e mi spostai verso il mobile che avevo affianco alla porta di entrata, dove trovai un altro foglietto, con una busta bianca sotto.
Dentro la busta ci sono dei soldi che dovrebbero bastarti per sopravvivere una settimana. Lavori per una rete televisiva, il numero è 0*******5 in Via**** ******* n° 45 da domani inizi a lavorare devi essere li per le 8:00, ti abbiamo procurato anche dei documenti e carte di credito false, vedi di non fare incidenti per favore.
Mi sentii un tantino offesa su l’ultima parte, capisco che sulla terra la mia sbadataggine e il mio equilibrio su un piano erano pari a zero ma addirittura ricordarmelo mi pareva eccessivo. Indignata presi la busta con i soldi, le chiavi di casa e, dopo essermi messa la giacca uscii. Mi resi conto di abitare all’ultimo piano di un palazzo in stile moderno a pochi passi dal centro, guardavo quella città che s’illuminava a mano a mano che la sera si avvicinava, come una bambina il giorno di Natale, mi fermai davanti a quasi tutte le vetrine che incontravo, non ci stava molta gente in giro, con freddo che faceva le persone che potevano restare a casa lo facevano, dopo mezzora che girovagavo senza sapere dove aro diretta, mi ritrovai davanti ad un supermercato, e un po titubante vi entrai , voltandomi varie volte in dietro come per paura che quello che vi era fuori potesse sparire da un momento all’altro. L’aria calda dei condizionatori m’investi immediatamente, il supermercato era molto grande e fornito di miliardi di cose di tutte le nazioni, quasi facevo fatica a distinguere in mezzo a quella roba ciò che mi serviva realmente, presa da tutto quel cibo non mi accorsi che la persona che mi stava avanti si era fermata e la investii col carrello, ficcandomi il manico del carrello tra le costole. < ma porca … > dissi tra i denti guardando avanti contro cosa avevo sbattuto, e notai che avevo appena investito un ragazzo alto poco più di me, con i capelli castani che voltandosi verso di me sobillando qualcosa che non compresi si blocco a fissarmi. < mi scusi, mi scusi, davvero stavo guardando qui e non ho guardato avanti> iniziai a gesticolare e tentare di scusarmi, imbarazzata come non mai; per quale motivo la prima volta che parlavo con un umano doveva essere per scusarmi, dopo averlo investito con il carrello?! Ora la raccomandazione fatta da Natran sulla lettera, mi sembrava fatta a posta. < tranquilla non è successo nulla > mi rassicurò il ragazzo sorridendomi gentile e, subito mi sentii più tranquilla e, se me lo diceva lui ci dovevo credere. Non feci in tempo ad aprire bocca per salutare il perfetto estraneo, che ecco che ricomincia a parlare. < piacere sono Riccardo > disse sorridendo allungando la mano verso di me, in quel preciso momento il panico prese possesso di me, un contatto fisico , dannazione un contatto fisico, per quale dannato motivo gli umani avevano bisogno di toccarsi ? non angeli campavamo bene anche senza. Rimasi per qualche istante ferma, poi decisi di muovere la mia mano a stringere quella di Riccardo. < piacere mio Milena >risposi con un filo di voce con una timidezza improvvisa che non sapevo di avere.
al prossimo capitolo ^^ ciao ciao
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